13 marzo 2012

Torno a casa

E va bene, lo ammetto: mi sono perso!
Ho ripreso in mano la mia storia. Il blog. Le foto. Il diario filosofico. Le esperienze.
Rileggendo come tutto è iniziato e dove sono adesso... mi sa che mi sono lasciato un pò andare...!
La Thailandia mi ha viziato ed allontanato dal cammino spirituale intrapreso mesi fa. E' altresì vero che NON mi sono mai fossilizzato in una paresi intellettuale, ma ho sempre cercato di attingere materiale filosofico da qualsiasi fonte, e non mi sono mancate letture interessanti, conversazioni illuminanti, esperienze coinvolgenti e quant'altro.
Tuttavia è innegabile che la famosa curva d'apprendimento che ho costantemente ricercato nel corso dei miei spostamenti si sia appiattita drasticamente, complice la mia esperienza nel viaggiare. Lungi dal considerarmi un vagabondo professionista, devo tuttavia riconoscere che il principio di Pareto si applica anche in questo contesto, e, rotto il guscio del mondo, il più è stato fatto. Rimane solo da sguazzare al suo interno ricamando esperienze sempre più raffinate, sviluppare rapporti più costruttivi, spendere più tempo nell'approfondire aspetti culturali specifici... insomma immergermi completamente in questo stile di vita. Ma prima ho bisogno di una pausa. Un pò di stabilità. Qualche faccia conosciuta. Abbracciare qualcuno che mi manca particolarmente... insomma, avete capito: torno a casa.
La durata della mia permanenza a Firenze dipende solo dall'impatto che avrà sulla mia psiche il ritorno a casa. Magari ho imparato ad apprezzare ciò che mi sono lasciato alle spalle. O forse è la nostalgia che ottenebra le mie capacità di ragionamento e basteranno un paio di settimane per sistemare le questioni burocratiche, salutare tutti, preparare lo zaino... e ci si vede tra altri sei mesi!
Francamente non so cosa aspettarmi... ancora una volta mi tocca concludere il post con:
si vedrà.

11 marzo 2012

Bangkok

Poche novità. Mi sono lasciato alle spalle il caos giovanile delle spiagge per regalarmi un periodo di relax e purificazione in un hotel di Bangkok: palestra, piscina, spa, massaggi, servizio in camera, bagno con vasca e acqua calda... e chi mi muove più?!?
Sono tornato alle mie letture spirituali, meditazione regolare, introspezione. Il diario filosofico va avanti, e i giorni passano... ci sentiamo fra un pò...

4 marzo 2012

Full Moon Party


Ho lasciato Phuket, dove ho capito perchè la Thailandia è famosa per il turismo sessuale. Naturalmente la prostituzione è presente a macchie in zone dedicate, come ovunque nel mondo, ma a Patong è diverso. La reputazione di questo posto è ben giustificata, in quanto la città pullula di go-go bar nei quali decine di ragazze offrono allegramente la propria compagnia. Il marciapiede è una passerella per decine di ragazze sorridenti e svestite, ogni locale sfoggia lap dancers seminude all'esterno, sui banconi, sulla pista da ballo. Pali ovunque con ragazze che si dimenano. Ho conosciuto dei camionisti (!) italiani in vacanza e ho partecipato ai loro raid notturni con disinteressato ma curioso entusiasmo, e ho conosciuto un altro mondo: vecchietti che salgono sui tavoli e lanciano banconote sulla folla delirante. Panzoni circondati da fanciulle che sembrano le nipotine. Insomma ho reso l'idea.







(...)
Sono a Koh Panghan, capitale mondiale delle feste. Ormai ho avuto NUMEROSE occasioni di partecipare a feste sulla spiaggia, ma, devo ammettere: non c'è paragone. Questo posto è un delirio. Per davvero. Ibiza, Mykonos, Goa, isole, discoteche, club, festival vari... impallidiscono. QUI si radunano decine di migliaia di persone a salutare la luna piena. Naturalmente ogni pretesto è buono in quanto non mancano, oltre ai full-moon-party: black-moon, half-moon, shiva-moon, pool-party, jungle-party, waterfall-party... per dire quelli più importanti. I pochi giorni che avanzano all'interno del mese sono riempiti da after-party, pre-party, original party. L'INTERA isola è dedicata a stimolare sensorialmente il mal(ben?)capitato turista. L'illuminazione è SOLO ultravioletta, led, stroboscopica, psichedelica; i negozi vendono SOLO vernice fosforescente, articoli di giocoleria fosforescente, vestiti fosforescenti, gadget fosforescenti. La strada è un dipinto colorato di persone che brillano di luce propria, un carnevale guizzante di contrasti sulla pelle nuda delle persone che barcollano instabili con sguardi spiritati. Un incredibile quantità di cliniche e mini-ospedali recupera la gente che si fa male/sviene/fa incidenti/affoga nel mare. NON sono pochi. Qualcuno muore trascinato dalla corrente. Altri non si rialzano più. Ci sono zone dedicate "a chi non ce la fa": parchi giochi sicuri dove chi non si regge più in piedi viene trascinato per evitare di farsi troppo male. Le occasioni per farsi male abbondano: sopratutto gente ustionata. Limbo infuocato, salto della corda infuocato, carboni ardenti, muri di fuoco. Le fiamme sono la seconda fonte di illuminazione disponibile e le bolas disegnano cerchi luminosi nelle mani esperte di professionisti delle feste. 

Questi esemplari si riconoscono dalla meticolosità con cui partecipano a raduni in tutto il mondo. Si svegliano alle 4 del pomeriggio, hanno sacche impermeabili, sono sempre a piedi nudi, dedicano il pomeriggio a tracciare intricati motivi colorati sul corpo che saranno il proprio abito per la notte, si allenano a roteare qualsiasi oggetto che si possa infiammare... insomma, niente di originale, ma loro trasudano una competenza che non avevo mai visto... e sono TANTI. Non avevo mai visto un simile assortimento di personaggi e, sinceramente rimpiango di essere "cresciuto". Avessi scoperto questo posto anni fa probabilmente non l'avrei mai abbandonato. Adesso mi sento fuori posto: passeggio la mattina tra le strade deserte che prendono vita solo nel pomeriggio inoltrato. Anche nell'ostello la colazione viene servita solo dopo le 11:00, ma a mezzogiorno ancora non si vede nessuno. Andare a letto prima dell'alba è inaccettabile. La sobrietà è guardata con sospetto. Chiunque non ostenti frivola stupidità viene emarginato. Di conseguenza mi adeguo, nei limiti dell'accettabile, e mi lascio andare ai festeggiamenti sfrenati. Ho esportato il gioco del cappello con ottimi risultati!

"Fuck my bucket!"
Il cocktail tipico del posto è il "bucket" (secchio): vendono secchielli con bottiglietta di whisky/rum/gin/vodka e coca/redbull da mixare a piacimento nel contenitore. Qualsiasi tipo di droga è facilmente accessibile, infatti una parte consistente di persone c'è rimasta. Un'ottima occasione per i poliziotti corrotti che, vagando in borghese, portano via decine di ragazzi i quali vengono rilasciati sotto pagamento di cospicue mazzette. Le carceri tailandesi sono così piene di turisti che nelle prigioni vengono organizzati eventi calcistici internazionali. Si divertono anche lì...!
(...)

Mi sento lievemente nostalgico perchè sento che questa vita non mi appartiene più... e mi rendo conto che questa potrebbe essere l'ultima volta che partecipo a questi deliri collettivi. Sono anche vagamente invidioso. Non riesco a divertirmi quanto loro. Trovo questa forma d'intrattenimento incompleta ed immatura. Mio malgrado. Ho trovato l'ennesima, definitiva conferma che la mia adolescenza è sfumata, giustamente (sarebbe anche l'ora...!), e la mia strada è un'altra. Non per tutti è così, vedo padri di famiglia(e) con figli al seguito, hippy sfioriti, DJ internazionali, professionisti del divertimento che mantengono invariato per anni questo stile di vita, ma ormai ho intrapreso una direzione diversa. Peccato. Ho trovato decisamente più complicità nella città spirituale di Auroville, nell'ashram, o nei templi buddhisti. Ho scambiato conversazioni più interessanti con monaci o attempati viaggiatori che si complimentano per le discussioni filosofiche che intraprendiamo. Ma c'è un tempo e un posto per tutto... finchè sono qui me la sbazzo!

29 febbraio 2012

Isole isole

L'aspetto INQUIETANTE della globalizzazione

Sono passate due settimane dalle mie ultime divagazioni... ma non è cambiato molto: sto sempre rotolando sulle spiagge. Esprimermi in tal senso è riduttivo, poichè sono stato particolarmente attivo interiormente... ma: "che hai fatto oggi?" - "Ho pensato" non è un buon inizio di conversazione. Nè un buon tema per un blog di viaggio. E' tuttavia innegabile che una sterile descrizione delle decine di templi, spiagge, locali, feste, Buddha seduti e distesi non arricchirebbe di molto questo diario. Quindi non so cosa scrivere.


Il fatto è che ci sono TROPPI turisti, appiattiscono l'aspetto culturale di questo paese... ma la colpa è MIA: le isole sono destinazioni vacanziere, fino a 50 anni fa erano praticamente disabitate e non possono offrire altro che sport acquatici, massaggi, tatuaggi, scuole di cucina... Questo NON mi impedisce di continuare a trovare spunti di riflessione: espatriati, thailandesi dediti al turismo, viaggiatori in vacanza dentro la vacanza (tipo Goa per l'India... anche noi ci stressiamo!), nuovi ricchi provenienti dai paesi in via di sviluppo... tutti hanno una storia da raccontare, e c'è sempre qualcosa da imparare! E io mi diverto!


Comunque... dopo Koh Lanta ho pensato bene di seguire le orme di quel gay di Leonardo di Caprio che nel film the Beach raggiunge un'isola sperduta e trova il paradiso. Si tratta di Koh Phi Phi... alla quale la devastazione dello tsunami ha offerto un'ottima occasione per ricostruire tutto da capo, più grande, più moderno, più invadente. Ma non troppo, sinceramente. L'entroterra è tutta giungla e, per lo più, disabitata. Ad eccezione di una striscia di terraferma con DOPPIA spiaggia, davanti e dietro: da una parte discoteche sulla spiaggia con spettacoli infuocati, secchi di vernice fosforescente, gente seminuda che fuma narghilè e sviene nel mare... dall'altra ristorantini, locali chill-out e massaggiatrici sulla spiaggia. Un'ottima ripartizione.

(...)
Adesso sono a Phuket, l'sola più grande e famosa, dove sono stato ancora una volta sommerso dai turisti. Milioni di ombrelloni, "me-love-you-long-time", e altoparlanti che sparano musica a tutto volume promuovendo combattimenti di boxe thailandese. Ma stavolta mi sono preso un motorino e mi sono spostato verso l'entroterra. E, finalmente, mi sono trovato in Thailandia. Quella vera. Solo villaggetti, mercatini, prezzi ridicoli, nessuno parla inglese... evvai! Finalmente sono solo! Scorpacciata di insetti fritti, conversazioni stentate, templi... insomma, le solite cose! 


15 febbraio 2012

Koh Lanta


Check-point vista mare...!













Sono in Tailandia... di nuovo! Ho attraversato il confine tramite mare stavolta... e l'ufficio
immigrazione è sulla spiaggia! Quindi controllo passaporti in costume da bagno... Il traghetto ci scarica nell'acqua (non c'è un porto... isola minuscola), obbligandoci a fare gli ultimi metri con i bagagli in equilibrio sopra la testa. I clienti danarosi, giustamente, se li fanno portare.  Più tardi scopro che gli schizzinosi sono tutti italiani. La popolazione turistica si divide in figli di papà, famiglie, e vecchietti la cui pelle cadente e rugosa testimonia un'eccessiva permanenza su spiagge assolate. La mia permanenza a Koh Lipe è stata breve e traumatica. Un'isola minuscola che NON appare su Google Maps dove immaginavo trovare qualche disperato con lo zaino in spalla alla ricerca di un paradiso perduto... è invasa da turisti in vacanza. Sono in fuga dal posto più caro dove sia stato finora. Niente da dire, bellissimo, tramonti mozzafiato, sabbia fine, mare trasparente con stelle marine giganti, ostriche giganti, pesci giganti, coralli giganti... ho anche assistito per la prima volta all'intermittente luminescenza del plancton sulla spiaggia... ogni onda sul bagnasciuga faceva brillare l'acqua di luce propria! Un posto da sogno... MA pieno di italiani della peggior specie (gli unici a quanto pare in viaggio, visto che della "migliore specie", non ne ho ancora visti...). Scappo quindi, diretto verso isole più amichevoli e più culturalmente stimolanti. Prossima tappa Koh Lanta (Koh vuol dire "isola", per chi si interrogasse sulle mie ridondanti destinazioni...)

(...)

Finalmente ho ristabilito una sorta di equilibrio nel rapporto qualità-prezzo-compagnia... Koh lanta sembra essere un'isola decisamente più amichevole e congeniale ai miei bisogni... spesa contenuta, feste sulla spiaggia e/o nella giungla, connessione internet accettabile, bungalow privato con bagno accanto a supermercato, palestra, parco naturale... etc etc etc ammortizzerò i costi dei frequenti spostamenti stabilendomi qui "per un pò"... tanto ho un visto nuovo nuovo, nessuna urgenza, e la necessità di rilassarmi!











8 febbraio 2012

Run, visa, run

Uffa. Sono dovuto tornare in Malesia per un visa run. Si da il caso che la permanenza in Thailandia sia limitata a 15 giorni attraversando il confine via terra... e due settimane NON bastano per vagare spensierato. Il visto di 60 giorni può essere rilasciato solo all'estero, quindi ho fatto un salto a Penang, dove l'ambasciata Thailandese sembra essere rapida ed efficiente. Infatti così è stato. Adesso ho un visto fresco fresco e nuove storie da raccontare (...a chi? Tutte le persone che incontro ne hanno altrettante...!).
Sosta di qualche giorno, dove ho ricaricato le batterie, fatto il bucato, comprato un iPhone (per adesso deludente, ma mi adatterò... almeno FA le foto, ma sulle isole internet è troppo lento e non carica un tubino... per sapere di cosa sto parlando date un'occhiata qui, qui e qui...)
Penang è famosa ... per il delirio del capodanno cinese e Thaipusam, che si celebravano proprio nei giorni della mia permanenza. Il primo, complice la sovrabbondanza (80% della popolazione) di Cinesi, si trascinava ormai da giorni, concludendosi con fuochi colorati, parate sfarzose, inquietanti lion dances, celebrazioni frivole e briose. La seconda, una festività indiana, immotivatamente si celebra sopratutto in Malesia e consiste in tradizionali rituali masochisti: una lunga, lenta processione di pazzi costellati di uncini che trapassano le carni in più punti trascinando per chilometri il peso della loro devozione. Affascinante. Ma la mia crescente mancanza di entusiasmo comincia a preoccuparmi. Sopratutto perchè il divario tra me e gli altri backpackers si accentua sempre di più emarginandomi dall'ostentato stupore che li contraddistingue. Sono "costretto" a giustificare la mia relativa apatia... nonostante io creda sia MOLTO più legittimo dover motivare l'INTERESSE: che viene dato per scontato senza interrogarsi sulle reali motivazioni che spingono migliaia di giovani a partecipare a rituali che non gil appartengono per assaporare un fascino esotico che costa tempo, fatica, soldi... ma ormai ho capito. Il valore intrinseco di attività quali assistere a festival, cerimonie, l'immersione, lo scalare le montagne... risiede nel messaggio che si vuole dare e l'immagine che si vuole proiettare di sè. "Sono curioso, ho una mente aperta, amo la natura, sono uno spirito libero" etc etc etc...
Il bisogno di affermazione si traduce in una manifestazione della propria identità culturale attraverso scelte, destinazioni, professioni, preferenze musicali, abbigliamento. Naturalmente nessuno ammette o si rende conto di essere una vittima del proprio ego, ma poco importa, perché questa cecità permette loro di trarre piacere da attività insulse. Io intanto mi dimentico di fare le foto perchè non vedo niente di speciale. O meglio, niente che non potrei reperire facilmente da internet, risparmiandomi la fatica!
Il mio studio antropologico continua ad essere indirizzato più verso i miei "simili" che altro... perchè ho più difficoltà a comprenderli ed integrarmi... e io mi sposto! FInchè non trovo qualcuno simile a me! E un posto che mi piace!
(...)
Adesso sono a Langkawi, un ALTRA isola paradisiaca. Sabbia fine e bianca, palme fitte e rigogliose, acqua calda e trasparente. Sulla spiaggia bungalow, ristoranti, bar, ombrelloni e sdraio (non troppo invadenti). Niente male. Aggiorno il blog, scrivo sul mio diario esistenziale, leggo, guardo film. Ogni tanto faccio il bagno e prendo il sole altrimenti mi sento in colpa con il mare. Poi mi sento in colpa lo stesso perchè sono bagnato e non posso usare il pc, salato e non posso mettermi i jeans, sabbioso e non mi posso mettere le scarpe. Quindi mi rassegno, rimango in costume, evito la tecnologia e medito sotto una palma. Intanto passano le ore, i giorni... prima o poi mi merito una vacanza... a Firenze! Voglio abbracciare qualcuno. Si vedrà...

1 febbraio 2012

Fane in immersione


Sono a Koh Tao! La capitale mondiale dei SUBAQQUI! Infatti il numero di scuole che rilasciano il certificato PADI sfiora il bilione. Sono qui in compagnia del mio CS malese che mi ha invitato a partecipare in sua compagnia al corso, sottocosto, complici le sue amicizie in loco. L'isola naturalmente è bellissima ma non risponde alle mie aspettative, influenzate dai racconti probabilmente gonfiati da chi l'ha visitata prima di me. Ma il posto è famoso per i suoi fondali, non per le sue spiagge, cultura o vita notturna, e sembra che mi dovrò spostare alquanto per apprezzare tutte le sfaccettature di questo paese in quanto ogni destinazione ha una peculiarità: il cibo, il mare, la fauna, le feste, i templi... mah. Mi fa un pò fatica. Ma intanto vado avanti nel mio studio de la gente, e come investe il proprio impegno, tempo, denaro.

Dipingendo questo affresco di esperienze sto organizzando le variabili che condizionano la sopravvivenza e l'intrattenimento dell'intero genere umano. Infinite variazioni sul tema, dettate da attività, contesto e compagnia. Che si influenzano a vicenda. Continuo ad essere affascinato dalla naturalità con cui le persone si aggregano in gruppi, alimentano le proprie passioni comuni, rinforzando le proprie abitudini... senza stancarsi. Devo solo trovare la MIA attività. Il contesto ideale per svilupparla, dove trovare la compagnia giusta... ad oggi le mie massime aspirazioni sono: una doccia calda, vestiti puliti... insomma la solita roba... di cui mi sono privato volontariamente per inseguire il contatto con la natura che sembra guidare così tanti cuori selvaggi... ma che non condivido. Evidentemente il MIO freddo cuore è ormai costruito su solide basi materialistiche che non mi permettono di trarre lo stesso piacere che riempie gli occhi di altri alla vista delle meraviglie che mi circondano. Continuo a preferire le bolle della vasca da bagno al sale dei mari cristallini. L'asetticità di una moquette alla sabbia del deserto. L'isolamento di un paio di cuffie all'austerità di un ashram. Un bel film alla conquista di un pinnacolo.
Tuttavia compenso la mancanza di piacere estetico con un solido piacere intellettuale. Continuo a trarre beneficio dall'autocompiacimento derivato dall'osservazione. Assaporo delicatamente quello che il mondo ha da offrire e partecipo attivamente ai sogni di persone così diverse da me ed imparo. Imparo. Mi diverto così...!
Il pensiero che la gente sia disposta a strizzarsi nella tuta più scomoda mai concepita, a caricarsi 15 kg di attrezzatura a cui collegarsi con più tubi che in ospedale, comprarsi accessori costosissimi, fare calcoli complessi per non rischiare la vita, viaggiare il mondo... per una versione estrema del bird-watching. Guardare i pesci. Ma ti pare? Cercali su Google!
Eppure. NON è così semplice. I divers sono una allegra brigata e hanno il mare negli occhi. Ogni scuola/centro è una famiglia felice, internazionale, spagnoli, italiani, tedeschi che si trovano la mattina ad organizzare la giornata, spensierati, sereni, pronti ad iniziare la loro attività preferita. Qualcuno insegna, qualcuno impara, qualcuno si aggrega... poi tutti sul retro di un pick-up, verso la barca, che li (ci) porterà verso siti interessanti, ognuno rinomato per la propria particolare flora e fauna: squali, mante, meduse, pesci vari, a seconda della profondità, lato dell'isola, latitudine etc etc etc... studiano meticolosamente il percorso, programmano le discese, le risalite, i tempi, le modalità... sono infognatissimi. Per passione e per necessità. E' relativamente pericoloso immergersi senza esperienza e l'incompetenza uccide la gente, sembra.

Sulla barca musica, frutta e cazzeggio. Poi ti prepari. Controlli la tuta, controlli la bombola, controlli il "giubbotto ad assetto variabile", controlli tutto. Indossi tutto. Infine non ti muovi più e maledici il mondo. Puoi solo arrancare ed avanzare instabilmente verso il mare. E poi sei nell'acqua. Vorrei poter dire che è una sensazione incredibile, ma, probabilmente complice l'inesperienza, dico solo che era più o meno ciò che mi aspettavo. Una complicata, lunga, nuotata sott'acqua, dove fa freddino ed è relativamente buio alla ricerca di bestie colorate. E ce ne sono! E' bellissimo, sembra di essere in un programma di Discovery Channel! Tuttavia sono rimasto molto più impressionato dal principio di Archimede applicata al galleggiamento delle persone. Modulare la capienza polmonare regola la profondità! Inspirando, la dilatazione del torace mi porta verso l'alto, viceversa, espirando affondo. Ovvio ma geniale. 

Avrei apprezzato molto di più lo spettacolo se non avesse dovuto comportare una preparazione così meticolosa. E se non avessi avuto freddino. E se i pesci non fossero venuti ogni volta a banchettare sul mio taglio sul ginocchio. Tuttavia ammetto che ogni immersione è stata migliore della precedente. Quindi sono di fronte ad una delle milioni di cose che si imparano ad apprezzare col tempo. Infatti la gente inizia, si infogna, continua, diventa istruttore e non torna più a casa. Succede. NON sarà il mio caso. E' vero che sott'acqua c'è di tutto! Per l'appunto l'immersione non è un'attività che si possa improvvisare dunque la preparazione e l'equipaggiamento rendono lo sport molto più ostico di quanto possa sembrare. Se le bellezze marine e l'impagabile sensazione di volare in mezzo  banchi di pesci colorati compensino gli inevitabili disagi... questa è un'altra storia. Si vedrà...

23 gennaio 2012

Natura e varie

Incredibile. Qua c'è solo l'aeroporto. Intorno: parco nazionale. Al check-in accettano solo contanti MA non ci sono bancomat, nè  connessione internet. Niente telefono. Il cellulare non da segni di vita. Prenotare un biglietto di uscita da questo posto è praticamente impossibile. Volare pure: niente aerei quando piove. Ma piove 280 giorni su 360. Maledetta foresta pluviale. Naturalmente sono l'unico cretino che ha un biglietto di sola andata. Troverò una soluzione...
(...)
Che spettacolo! Sto imparando ad apprezzare VERAMENTE la natura, mi sento una giovane marmotta in vacanza. E' incredibile: l'abitudine plasma la mente con delicatezza se permetto alla giungla di entrarmi dentro. Lentamente comprendo il fascino selvatico delle piogge scroscianti, dell'umidità costante, dei lamenti musicali delle migliaia di forme di vita che governano queste zone. Ancora una volta, con pazienza, i disagi lasciano spazio alla meraviglia:  non sento più il sudore, nè la fatica, mentre cammino per chilometri sotto l pioggia, mi arrampico sulle rocce sotto il sole, esploro grotte COMPLETAMENTE buie (solo il costante stridio dei pipistrelli a tenermi compagnia e la flebile luce di un cellulare da 12 euro ). L'antidoto contro l'odore di muffa che mi seguiva costantemente: lavarmi nei fiumi insieme ai vestiti, lasciarli asciugare addosso quando c'è il sole, fregarsene quando piove. O vagare seminudo, alla mercè di qualsiasi tipo di bestia, spina, roccia acuminata, piante velenose. Incredibilmente dopo un pò ci si abitua. O si impara ad impastare la corteccia marcia con il fango per lenire le infiammazioni (?)... effetto placebo o no, sembra alleviare il prurito dei millepiedi urticanti... mah. Sto collezionando ogni forma di escoriazione immaginabile, sanguino copiosamente... ma imparo. Ad adattarmi, a comunicare, ad amare la natura, ad impacchettare giorni di provviste efficientemente, a preparare una cena decente in un campo base, a spingere una barca arenata tra le rapide... Tuttavia mi trovo costretto ad interrompere questa parentesi selvaggia per i soliti motivi: la curva d'apprendimento che si allevia naturalmente. Lungi da me definirmi un esperto di sopravvivenza... ma almeno non mi lamento più, ho ridotto ulteriormente il mio bagaglio, ho conosciuto personaggi strani e/o interessanti, e sono pronto ad affrontare nuove avventure! Faccio un salto in Brunei per aggiungerlo alla mia collezione di timbri sul passaporto...

13 gennaio 2012

Fane in missione




Che spettacolo!
Mentre navigo in mezzo alla foresta penso a Rambo. Lui mica si lamenta se va in giro con un sacco ruvido come vestito e se brilla di sudore appiccicoso. Allontano l'improbabile desiderio di una doccia calda e mi godo l'esperienza. Il mio ospite è un dottore della jungla, e stiamo risalendo il fiume fermandoci nei villaggi sperduti ad offrire cure mediche ai disperati. Fortunatamente ha smesso di piovere ma le conseguenze delle frequenti inondazioni si palesano nella devastazione fangosa che mi circonda. Naturalmente sono egoisticamente MOLTO più preoccupato per le mie scarpe e jeans... ormai inglobati da un bolo informe di melassa terrosa che mantiene i miei piedi in una costante, spiacevolissima, umidità. La saggia alternativa sono sandali e pantaloni corti, soluzione che continuo ad evitare a causa di zanzare, sanguisughe, serpenti e chiodi arrugginiti. Ma immagino dovrò cambiare le mie abitudini presto... se devo continuare a camminare nell'acqua a livello ginocchio. QUANDO, nella storia dell'uomo, il pavimento è diventato un bene di prima necessità?!? Uff... del resto ormai mi sono abituato a lavare via il fango direttamente nei torrenti... tanto sono sempre bagnato fradicio di pioggia, di sudore, di alta marea, di inondazioni...

"Il disagio è solo nella tua mente" mi ripeto. Incredibilmente è vero: il mondo intero vive in queste condizioni da sempre... non conoscendo l'alternativa ha poco da lamentarsi... il dottore stesso si lava vestito, con la sistola. Mah. Mentre aiuto nelle operazioni di scarico dei medicinali mi rendo conto che QUESTO è ciò di cui la gente parla quando cerca "l'avventura". Niente pontile: solo FANGO. Il fiume con gli alligatori. Le case di legno marcio. La gente che NON parla inglese. Niente internet. Le formiche carnivore giganti. Posso tornare alla civiltà quando voglio, ma qualche giorno in compagnia di miliardi di zanzare mi serviranno ad apprezzare di più i letti morbidi e i vestiti puliti.

Non ho parole per descrivere quello che sto vivendo. SICURAMENTE qua i turisti non vengono... infatti ci sono solo io. Siamo andati a fare una scampagnata e ci siamo portati dietro il fucile perchè "non si sa mai". Qualche villaggio si trova su isole sparse, quindi affrontiamo il mare. Nell'oceano la nostra barchetta è stata accolta da un uragano e onde di cinque metri che hanno compromesso la nostra stabilità e vita. "Tutto normale". Mah. Sfioriamo gli scogli. Va bene. La pioggia ci schiaffeggia. Sono fradicio e basito. In una giornata ho finito tutti i miei cambi. Questa gente vive e dorme bagnata e non comprende la mia perplessità. Mi rendo conto di quanto il MIO stile di vita sia limitante. Essere pulito, in effetti, comporta uno sforzo costante... ed è inutile (qui). Come in India. Se tutti puzzano, la mia insistenza nel NON puzzare è solo controproducente, una perdita di tempo frustrante. E io mi adatto... o me ne vado!
(...)
Stanotte dormiamo in "ospedale". Siamo bloccati in questa baracca, sorpresi dall'acqua che avanza. Piove così forte che dobbiamo urlare per fare una conversazione. In effetti la foresta è un posto rumoroso... anche col bel tempo le voci sono coperte da qualsiasi tipo di richiamo, canto, fruscio... la notte è ancora peggio. Gufi (?), cicale (?)... ma SOPRATUTTO bestie sconosciute... un antifurto fa meno casino.


Passano le giornate... senza internet. Senza cellulare. Lo ammetto, mi sento diverso. Cerco di evitare per quanto possibile la retorica, i luoghi comuni ma... sinceramente, si vive meglio. Uffa! Maledizione, come conciliare il mio desiderio di connessione con questa sconosciuta pace?!? Immagino un compromesso sia possibile, ma asseconderò questo periodo di tranquillità per fini didattici: NON mi manca troppo internet, e cerco di capire PERCHE'...! Intanto approfitto di questa parentesi e aggiorno il blog: wifi nella jungla! Oh yea!

6 gennaio 2012

Borneo


Ah! Il borneo! I cacciatori di teste, gli oranghi, le foreste vergini, le longhouse... sto vivendo l'avventura! Purtroppo, essendo io un pantofolaio, non me la sto godendo poi tanto. Capisco che la Rafflesia fiorisce solo una volta ogni mille anni, che è rarissima, che è il fiore più grande del mondo... ma a me che me ne frega?!? Mi sa che internet mi ha eccessivamente viziato: perchè fare chilometri di bus, poi km di bicicletta, poi km di trekking nella jungla impenetrabile per assistere a questo miracolo della natura?!? Lo stesso vale per le scimmie proboscidee (?), e tante altre specialità della foresta pluviale!
La mia ospite a Kuching è una guida turistica/proprietaria di un ostello... quindi mi sta accompagnando ovunque e sto facendo le attività più disparate. Ma lei è una appassionata. Il gruppo che l'accompagna è appassionato. Io no. Nel kayak mi bagno, in bicicletta mi sporco, arrampicandomi mi stanco, camminando mi annoio...! In realtà la principale fonte di fastidio è la loro compagnia, che mi obbliga ad ostentare un cortese entusiasmo per cose sinceramente affascinanti ma... che NON valgono la fatica!
Viva internet e la facilità nel reperire immagini, video, informazioni etc etc!
"MA non è la stessa cosa! Sentire la pioggia, assaporare le esperienze... la natura va vissuta!" Dovete morire!
Naturalmente il destino è beffardo e la tecnologia mi ha abbandonato. Il mio cellulare non da segni di vita da due giorni, impedendomi di scattare foto, trascrivere le spese, controllare la mia posizione, tradurre le scritte, trovare informazioni utili... la sto prendendo con filosofia, ma sono un pò triste. Approfitterò di questa dieta forzata dalla tecnologia per sperimentare la vita normale, disconnessa, con cui sono cresciuto e con cui convive il mondo da sempre. Ma non sono troppo convinto.
Singapore era molto più simile a me... ma non mi ha insegnato molto, mi ha solo confermato l'elevata correlazione tra comfort e regole. Mah, il Borneo è un paradiso naturale ma non fa per me. Ma gli darò un pò di tempo perchè anche IO mi devo un pò adattare! Eh eh.

1 gennaio 2012

Singapore





Questo posto è INCREDIBILE. Stiamo parlando di un'isola/città/stato, che in meno di 50 anni è riuscita ad incarnare il paradiso urbanistico che fluttuava vago nelle mie fantasie PRIMA di toccare con mano la grandiosità di questa metropoli. Non ho parole per descrivere l'efficienza dei mezzi di trasporto: ogni mese vengono aggiunte nuove stazioni, linee della metro, migliorie ed innovazioni... la carta-trasporti-con-chip-prepagata è valida anche per fare acquisti NORMALI. Si può pagare/ritirare dal bancomat con il cellulare. SMS gratis. WiFi gratis. Ci sono scale mobili all'aperto, nei parchi... i "parchi" sono la FORESTA PLUVIALE... e giungle pavimentate, collegate tra di loro con ponti sospesi dall'architettura futuristica che sovrastano superstrade a cinque corsie prive di traffico. E i grattacieli... OMG. Hanno giardini pensili, piscine sospese, terrazze paradisiache. Musei gratuiti, pulizia, ordine, efficienza estetica, integrazione perfetta con natura SENZA zanzare (programma-prevenzione-malaria) o insetti molesti... non siamo in Asia, siamo nel futuro. La popolazione è composta praticamente solo da immigrati, la lingua ufficiale è l'inglese, la cucina tipica non esiste. In compenso si può trovare qualsiasi improbabile fusion di sapori, ed ormai mi sono rassegnato: colazione, pranzo, cena, non esistono. Accompagnare un cappuccino ad una zuppa di pesce è normale, un frullato con una pizza, fagioli nel gelato, frutta nella pasta. Ed è tutto BUONISSIMO! Naturalmente i puristi storcono il naso, e l'Asia in generale non è il paradiso degli snob. Scopro di essere una perla rara, dai gusti fin troppo accomodanti (evidentemente... a me sembra normale che viaggiando ci si debba adattare, ma la maggior parte non sembra essere dello stesso parere).


 Sto imparando moltissimo viaggiando, ma altrettanto dai viaggiatori stessi, che hanno gli approcci più disparati: la personalità si rispecchia nel modo in cui affrontano la temperatura, la cucina, le spese, le attività culturali e non... io mi aggrego a vari gruppi/persone, curioso di vedere come passano il tempo, e ogni volta mi stupisco. Pochi sono altrettanto efficienti nello spostarsi (tutti con smartphone/tablet, nessuno con una SIM..., ma PERCHE'?!?), molti esitano nel chiedere informazioni o provare cose nuove, e TUTTI, indiscriminatamente dispongono di qualche chilo di Lonely Planet... che goffamente consultano agli angoli delle strade. Sto generalizzando, naturalmente, ma, a questo punto, penso di avere sufficienti dati statistici per giudicare... ma mi asterrò!
Naturalmente Singapore è relativamente cara, ma è un ottimo posto per prendere dimestichezza con sapori/colori/etnie diverse senza sbilanciarsi troppo. Acqua potabile, bagni pubblici, nessun rompipalle. Non c'è caos, nè affollamento, nè criminalità: in compenso TUTTO è illegale, gomme da masticare comprese (sporcano), pena di morte per spaccio di droga, e la FUSTIGAZIONE è una punizione comune... anche da parte dei genitori per i figli disobbedienti.
L'ultimo dell'anno è stato accolto in compagnia di CS casuali. Molti erano sorpresi di scoprire che non vivevo lì. Come a KL, la maggior parte usa il sito per socializzare, creare eventi, e solo una minima parte ospita. Ma, del resto, questa gente è tutta importata da qualche altra parte! I fuochi artificiali sono stati (naturalmente) i più sfarzosi che abbia mai visto, ma sono stato molto più impressionato dal "crowd management" che ha permesso a molte DECINE di migliaia di persone (sbronze nel cuore ma sobrie nell'atteggiamento?!?) di spostarsi agevolmente senza spargimento di sangue. Fiumi di individui ordinati in file composte si spostano obbedienti, guidati da decine di cortesi poliziotti che offrono bottigliette d'acqua e augurano buon anno...

Nel complesso Singapore è bellissima, ma priva di personalità, come è giusto da un paese che è la quintessenza della globalizzazione. Molti naturalmente contestano l'alienazione, conseguenza naturale di una popolazione di individui che vive in alveari... colorati, spaziosi, luminosi, efficienti... ma pur sempre alveari. Milioni di persone stipate in verticale, in edifici dall'architettura improbabile che si perdono in tutte le direzioni, intervallati da spazi verdi e pittoreschi residui coloniali dall'aspetto classico e armonioso... 
Il mio ospite giapponese è un CS professionista. Ha ospitato 800 persone, ha visitato oltre 100 nazioni, possiede praticamente l'intera collezione Lonely Planet e lavora nel mondo del turismo quindi... mi ha fornito di pass gratuiti per qualsiasi cosa, facendomi risparmiare decine di dollari (beh, non proprio, avrei fatto sicuramente a meno di spendere 20 dollari per l'hop on-off bus... ma se è gratis è un ottimo modo per spostarsi tra un luogo d'interesse e l'altro...). Domani, se ho tempo, faccio un salto agli Universal Studios Singapore...! Dipende da cosa vuol fare il mio prossimo ospite, un architetto/cuoco/artista... mah. Si vedrà.

Disclaimer

Ci tengo a precisare che, nonostante le mie manie di protagonismo e il mio ego sproporzionato, il fine ultimo di questo blog è semplicemente quello di mantenere una cronologia delle mie avventure per futura referenza personale. Ciò non mi vieta di condividere con il resto del mondo le mie inutili divagazioni, ma riconosco che i miei viaggi destino il più assoluto disinteresse nell'opinione pubblica. Ogni riferimento a persone e cose è volutamente esagerato e senza alcuna prova che sia mai accaduto.