29 febbraio 2012

Isole isole

L'aspetto INQUIETANTE della globalizzazione

Sono passate due settimane dalle mie ultime divagazioni... ma non è cambiato molto: sto sempre rotolando sulle spiagge. Esprimermi in tal senso è riduttivo, poichè sono stato particolarmente attivo interiormente... ma: "che hai fatto oggi?" - "Ho pensato" non è un buon inizio di conversazione. Nè un buon tema per un blog di viaggio. E' tuttavia innegabile che una sterile descrizione delle decine di templi, spiagge, locali, feste, Buddha seduti e distesi non arricchirebbe di molto questo diario. Quindi non so cosa scrivere.


Il fatto è che ci sono TROPPI turisti, appiattiscono l'aspetto culturale di questo paese... ma la colpa è MIA: le isole sono destinazioni vacanziere, fino a 50 anni fa erano praticamente disabitate e non possono offrire altro che sport acquatici, massaggi, tatuaggi, scuole di cucina... Questo NON mi impedisce di continuare a trovare spunti di riflessione: espatriati, thailandesi dediti al turismo, viaggiatori in vacanza dentro la vacanza (tipo Goa per l'India... anche noi ci stressiamo!), nuovi ricchi provenienti dai paesi in via di sviluppo... tutti hanno una storia da raccontare, e c'è sempre qualcosa da imparare! E io mi diverto!


Comunque... dopo Koh Lanta ho pensato bene di seguire le orme di quel gay di Leonardo di Caprio che nel film the Beach raggiunge un'isola sperduta e trova il paradiso. Si tratta di Koh Phi Phi... alla quale la devastazione dello tsunami ha offerto un'ottima occasione per ricostruire tutto da capo, più grande, più moderno, più invadente. Ma non troppo, sinceramente. L'entroterra è tutta giungla e, per lo più, disabitata. Ad eccezione di una striscia di terraferma con DOPPIA spiaggia, davanti e dietro: da una parte discoteche sulla spiaggia con spettacoli infuocati, secchi di vernice fosforescente, gente seminuda che fuma narghilè e sviene nel mare... dall'altra ristorantini, locali chill-out e massaggiatrici sulla spiaggia. Un'ottima ripartizione.

(...)
Adesso sono a Phuket, l'sola più grande e famosa, dove sono stato ancora una volta sommerso dai turisti. Milioni di ombrelloni, "me-love-you-long-time", e altoparlanti che sparano musica a tutto volume promuovendo combattimenti di boxe thailandese. Ma stavolta mi sono preso un motorino e mi sono spostato verso l'entroterra. E, finalmente, mi sono trovato in Thailandia. Quella vera. Solo villaggetti, mercatini, prezzi ridicoli, nessuno parla inglese... evvai! Finalmente sono solo! Scorpacciata di insetti fritti, conversazioni stentate, templi... insomma, le solite cose! 


15 febbraio 2012

Koh Lanta


Check-point vista mare...!













Sono in Tailandia... di nuovo! Ho attraversato il confine tramite mare stavolta... e l'ufficio
immigrazione è sulla spiaggia! Quindi controllo passaporti in costume da bagno... Il traghetto ci scarica nell'acqua (non c'è un porto... isola minuscola), obbligandoci a fare gli ultimi metri con i bagagli in equilibrio sopra la testa. I clienti danarosi, giustamente, se li fanno portare.  Più tardi scopro che gli schizzinosi sono tutti italiani. La popolazione turistica si divide in figli di papà, famiglie, e vecchietti la cui pelle cadente e rugosa testimonia un'eccessiva permanenza su spiagge assolate. La mia permanenza a Koh Lipe è stata breve e traumatica. Un'isola minuscola che NON appare su Google Maps dove immaginavo trovare qualche disperato con lo zaino in spalla alla ricerca di un paradiso perduto... è invasa da turisti in vacanza. Sono in fuga dal posto più caro dove sia stato finora. Niente da dire, bellissimo, tramonti mozzafiato, sabbia fine, mare trasparente con stelle marine giganti, ostriche giganti, pesci giganti, coralli giganti... ho anche assistito per la prima volta all'intermittente luminescenza del plancton sulla spiaggia... ogni onda sul bagnasciuga faceva brillare l'acqua di luce propria! Un posto da sogno... MA pieno di italiani della peggior specie (gli unici a quanto pare in viaggio, visto che della "migliore specie", non ne ho ancora visti...). Scappo quindi, diretto verso isole più amichevoli e più culturalmente stimolanti. Prossima tappa Koh Lanta (Koh vuol dire "isola", per chi si interrogasse sulle mie ridondanti destinazioni...)

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Finalmente ho ristabilito una sorta di equilibrio nel rapporto qualità-prezzo-compagnia... Koh lanta sembra essere un'isola decisamente più amichevole e congeniale ai miei bisogni... spesa contenuta, feste sulla spiaggia e/o nella giungla, connessione internet accettabile, bungalow privato con bagno accanto a supermercato, palestra, parco naturale... etc etc etc ammortizzerò i costi dei frequenti spostamenti stabilendomi qui "per un pò"... tanto ho un visto nuovo nuovo, nessuna urgenza, e la necessità di rilassarmi!











8 febbraio 2012

Run, visa, run

Uffa. Sono dovuto tornare in Malesia per un visa run. Si da il caso che la permanenza in Thailandia sia limitata a 15 giorni attraversando il confine via terra... e due settimane NON bastano per vagare spensierato. Il visto di 60 giorni può essere rilasciato solo all'estero, quindi ho fatto un salto a Penang, dove l'ambasciata Thailandese sembra essere rapida ed efficiente. Infatti così è stato. Adesso ho un visto fresco fresco e nuove storie da raccontare (...a chi? Tutte le persone che incontro ne hanno altrettante...!).
Sosta di qualche giorno, dove ho ricaricato le batterie, fatto il bucato, comprato un iPhone (per adesso deludente, ma mi adatterò... almeno FA le foto, ma sulle isole internet è troppo lento e non carica un tubino... per sapere di cosa sto parlando date un'occhiata qui, qui e qui...)
Penang è famosa ... per il delirio del capodanno cinese e Thaipusam, che si celebravano proprio nei giorni della mia permanenza. Il primo, complice la sovrabbondanza (80% della popolazione) di Cinesi, si trascinava ormai da giorni, concludendosi con fuochi colorati, parate sfarzose, inquietanti lion dances, celebrazioni frivole e briose. La seconda, una festività indiana, immotivatamente si celebra sopratutto in Malesia e consiste in tradizionali rituali masochisti: una lunga, lenta processione di pazzi costellati di uncini che trapassano le carni in più punti trascinando per chilometri il peso della loro devozione. Affascinante. Ma la mia crescente mancanza di entusiasmo comincia a preoccuparmi. Sopratutto perchè il divario tra me e gli altri backpackers si accentua sempre di più emarginandomi dall'ostentato stupore che li contraddistingue. Sono "costretto" a giustificare la mia relativa apatia... nonostante io creda sia MOLTO più legittimo dover motivare l'INTERESSE: che viene dato per scontato senza interrogarsi sulle reali motivazioni che spingono migliaia di giovani a partecipare a rituali che non gil appartengono per assaporare un fascino esotico che costa tempo, fatica, soldi... ma ormai ho capito. Il valore intrinseco di attività quali assistere a festival, cerimonie, l'immersione, lo scalare le montagne... risiede nel messaggio che si vuole dare e l'immagine che si vuole proiettare di sè. "Sono curioso, ho una mente aperta, amo la natura, sono uno spirito libero" etc etc etc...
Il bisogno di affermazione si traduce in una manifestazione della propria identità culturale attraverso scelte, destinazioni, professioni, preferenze musicali, abbigliamento. Naturalmente nessuno ammette o si rende conto di essere una vittima del proprio ego, ma poco importa, perché questa cecità permette loro di trarre piacere da attività insulse. Io intanto mi dimentico di fare le foto perchè non vedo niente di speciale. O meglio, niente che non potrei reperire facilmente da internet, risparmiandomi la fatica!
Il mio studio antropologico continua ad essere indirizzato più verso i miei "simili" che altro... perchè ho più difficoltà a comprenderli ed integrarmi... e io mi sposto! FInchè non trovo qualcuno simile a me! E un posto che mi piace!
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Adesso sono a Langkawi, un ALTRA isola paradisiaca. Sabbia fine e bianca, palme fitte e rigogliose, acqua calda e trasparente. Sulla spiaggia bungalow, ristoranti, bar, ombrelloni e sdraio (non troppo invadenti). Niente male. Aggiorno il blog, scrivo sul mio diario esistenziale, leggo, guardo film. Ogni tanto faccio il bagno e prendo il sole altrimenti mi sento in colpa con il mare. Poi mi sento in colpa lo stesso perchè sono bagnato e non posso usare il pc, salato e non posso mettermi i jeans, sabbioso e non mi posso mettere le scarpe. Quindi mi rassegno, rimango in costume, evito la tecnologia e medito sotto una palma. Intanto passano le ore, i giorni... prima o poi mi merito una vacanza... a Firenze! Voglio abbracciare qualcuno. Si vedrà...

1 febbraio 2012

Fane in immersione


Sono a Koh Tao! La capitale mondiale dei SUBAQQUI! Infatti il numero di scuole che rilasciano il certificato PADI sfiora il bilione. Sono qui in compagnia del mio CS malese che mi ha invitato a partecipare in sua compagnia al corso, sottocosto, complici le sue amicizie in loco. L'isola naturalmente è bellissima ma non risponde alle mie aspettative, influenzate dai racconti probabilmente gonfiati da chi l'ha visitata prima di me. Ma il posto è famoso per i suoi fondali, non per le sue spiagge, cultura o vita notturna, e sembra che mi dovrò spostare alquanto per apprezzare tutte le sfaccettature di questo paese in quanto ogni destinazione ha una peculiarità: il cibo, il mare, la fauna, le feste, i templi... mah. Mi fa un pò fatica. Ma intanto vado avanti nel mio studio de la gente, e come investe il proprio impegno, tempo, denaro.

Dipingendo questo affresco di esperienze sto organizzando le variabili che condizionano la sopravvivenza e l'intrattenimento dell'intero genere umano. Infinite variazioni sul tema, dettate da attività, contesto e compagnia. Che si influenzano a vicenda. Continuo ad essere affascinato dalla naturalità con cui le persone si aggregano in gruppi, alimentano le proprie passioni comuni, rinforzando le proprie abitudini... senza stancarsi. Devo solo trovare la MIA attività. Il contesto ideale per svilupparla, dove trovare la compagnia giusta... ad oggi le mie massime aspirazioni sono: una doccia calda, vestiti puliti... insomma la solita roba... di cui mi sono privato volontariamente per inseguire il contatto con la natura che sembra guidare così tanti cuori selvaggi... ma che non condivido. Evidentemente il MIO freddo cuore è ormai costruito su solide basi materialistiche che non mi permettono di trarre lo stesso piacere che riempie gli occhi di altri alla vista delle meraviglie che mi circondano. Continuo a preferire le bolle della vasca da bagno al sale dei mari cristallini. L'asetticità di una moquette alla sabbia del deserto. L'isolamento di un paio di cuffie all'austerità di un ashram. Un bel film alla conquista di un pinnacolo.
Tuttavia compenso la mancanza di piacere estetico con un solido piacere intellettuale. Continuo a trarre beneficio dall'autocompiacimento derivato dall'osservazione. Assaporo delicatamente quello che il mondo ha da offrire e partecipo attivamente ai sogni di persone così diverse da me ed imparo. Imparo. Mi diverto così...!
Il pensiero che la gente sia disposta a strizzarsi nella tuta più scomoda mai concepita, a caricarsi 15 kg di attrezzatura a cui collegarsi con più tubi che in ospedale, comprarsi accessori costosissimi, fare calcoli complessi per non rischiare la vita, viaggiare il mondo... per una versione estrema del bird-watching. Guardare i pesci. Ma ti pare? Cercali su Google!
Eppure. NON è così semplice. I divers sono una allegra brigata e hanno il mare negli occhi. Ogni scuola/centro è una famiglia felice, internazionale, spagnoli, italiani, tedeschi che si trovano la mattina ad organizzare la giornata, spensierati, sereni, pronti ad iniziare la loro attività preferita. Qualcuno insegna, qualcuno impara, qualcuno si aggrega... poi tutti sul retro di un pick-up, verso la barca, che li (ci) porterà verso siti interessanti, ognuno rinomato per la propria particolare flora e fauna: squali, mante, meduse, pesci vari, a seconda della profondità, lato dell'isola, latitudine etc etc etc... studiano meticolosamente il percorso, programmano le discese, le risalite, i tempi, le modalità... sono infognatissimi. Per passione e per necessità. E' relativamente pericoloso immergersi senza esperienza e l'incompetenza uccide la gente, sembra.

Sulla barca musica, frutta e cazzeggio. Poi ti prepari. Controlli la tuta, controlli la bombola, controlli il "giubbotto ad assetto variabile", controlli tutto. Indossi tutto. Infine non ti muovi più e maledici il mondo. Puoi solo arrancare ed avanzare instabilmente verso il mare. E poi sei nell'acqua. Vorrei poter dire che è una sensazione incredibile, ma, probabilmente complice l'inesperienza, dico solo che era più o meno ciò che mi aspettavo. Una complicata, lunga, nuotata sott'acqua, dove fa freddino ed è relativamente buio alla ricerca di bestie colorate. E ce ne sono! E' bellissimo, sembra di essere in un programma di Discovery Channel! Tuttavia sono rimasto molto più impressionato dal principio di Archimede applicata al galleggiamento delle persone. Modulare la capienza polmonare regola la profondità! Inspirando, la dilatazione del torace mi porta verso l'alto, viceversa, espirando affondo. Ovvio ma geniale. 

Avrei apprezzato molto di più lo spettacolo se non avesse dovuto comportare una preparazione così meticolosa. E se non avessi avuto freddino. E se i pesci non fossero venuti ogni volta a banchettare sul mio taglio sul ginocchio. Tuttavia ammetto che ogni immersione è stata migliore della precedente. Quindi sono di fronte ad una delle milioni di cose che si imparano ad apprezzare col tempo. Infatti la gente inizia, si infogna, continua, diventa istruttore e non torna più a casa. Succede. NON sarà il mio caso. E' vero che sott'acqua c'è di tutto! Per l'appunto l'immersione non è un'attività che si possa improvvisare dunque la preparazione e l'equipaggiamento rendono lo sport molto più ostico di quanto possa sembrare. Se le bellezze marine e l'impagabile sensazione di volare in mezzo  banchi di pesci colorati compensino gli inevitabili disagi... questa è un'altra storia. Si vedrà...

Disclaimer

Ci tengo a precisare che, nonostante le mie manie di protagonismo e il mio ego sproporzionato, il fine ultimo di questo blog è semplicemente quello di mantenere una cronologia delle mie avventure per futura referenza personale. Ciò non mi vieta di condividere con il resto del mondo le mie inutili divagazioni, ma riconosco che i miei viaggi destino il più assoluto disinteresse nell'opinione pubblica. Ogni riferimento a persone e cose è volutamente esagerato e senza alcuna prova che sia mai accaduto.