23 luglio 2014

Delirio on the beach


Sto ancora cercando di trovare i termini più adatti a sottolineare ciò che rende così speciale questo posto, ma come spesso capita le parole non bastano per descrivere le esperienze che si provano ogni giorno su quest'isola. Le nostre giornate sono pienissime di momenti indimenticabili che si susseguono, accumulandosi e mescolandosi, lasciando poco spazio per scriverne.


Viviamo qua da oltre due settimane. Il tempo è volato e sembra ieri che siamo arrivati, ma allo stesso tempo ho come l'impressione di vivere qua da sempre. L'apparente ripetitività di mare, escursioni, immersioni, lavoro, feste viene giornalmente sconvolta da piccole variabili che rendono le giornate sempre diverse.


La mattina il mare ci accoglie con la sua acqua calda e trasparente e i pesci ci circondano come i piccioni a Firenze. Le attività subacquee sono sempre più appaganti man mano che acquistiamo confidenza e dimestichezza con il mare. Relitti sommersi, fittissimi banchi di pesci colorati, tartarughe giganti... esplorare questi fondali sta diventando ogni giorno più gratificante. La mia tecnica sta decisamente migliorando, e mi bastano poche pinnate per sorvolare coralli, planare attraverso le alghe, scivolando nell'acqua con movimenti controllati. L'esperienza è indescrivibilmente irreale e decisamente migliore dei primi acerbi tentativi scomposti che ho vissuto a Koh Tao.
Adesso siamo del posto e anche i locali ci fanno prezzi speciali, quindi non dobbiamo più fare la fame e possiamo permetterci barbecue di pesce fresco, scegliendo liberamente qualsiasi cosa sul menu senza preoccuparci di sforare il budget. Ci godiamo veramente la vita.

E poi andiamo a lavoro. Anche se definire "lavoro" il tempo che passiamo al Beach Bar è decisamente fuorviante. Iniziamo alle 17:00. La spiaggia è diventato il mio giardinetto zen. In teoria basterebbe dare una rastrellata superficiale, ma ho deciso di dedicarmici con passione e trasporto. I primi giorni ho dissotterrato mozziconi che erano sotto la sabbia da minimo dieci anni. Adesso si tratta solo di rimuovere sassolini e conchigliette nel tentativo infinito di rendere l'area totalmente priva di corpi estranei. La sabbia scivola sotto i piedi come velluto. Accompagnato dalla musica assecondo la mia mania di perfezione e svuoto la mente da qualsiasi pensiero. Karma yoga allo stato puro. Ad intervalli regolari mi tuffo nel mare e mi lascio cullare languidamente dalle onde.


Poi arriva la sera e il bar si trasforma nel luogo di socializzazione definitivo. Decine di persone da tutta la spiaggia confluiscono verso la nostra striscia di terra, scaldano l'atmosfera e trasmettono una voglia di vivere e divertirsi che solo la spensieratezza di una vacanza su un'isola tropicale può regalare.
A volte capita di essere sorpresi da piogge torrenziali e la spiaggia diventa una pista da ballo nella bufera, le strobo sostituite da fulmini che riempiono il cielo. È uno spettacolo incredibile vedere le persone scatenarsi sotto l'acqua come in un video musicale, frastagliate linee di elettricità che attraversano l'orizzonte da una parte all'altra, essere salati di mare e sudore e fregarsene dei vestiti, ormai abbandonati in camera da giorni. Non avrei mai pensato che lavorare dieci ore al giorno potesse essere così entusiasmante, ma del resto nessuno ci dice cosa fare, possiamo buttarci in acqua, sederci ai tavoli a fare amicizia, scegliere la musica, fumare, dormire, ballare sul bancone, bere gratis, fare le guerre di ghiaccio, gavettoni alcolici... e la notte non finisce mai. Infine arriva l'alba, e si ricomincia. In effetti non dormiamo tanto... ma la stagione è appena iniziata e ogni sera arriva più gente. Tra qualche giorno finisce il Ramadan e i turisti si moltiplicheranno.

Vediamo che succede, ma se le cose continuano così penso proprio che finire su quest'isola sia una delle cose migliori che ci sia capitata.

13 luglio 2014

Livin' the dream



Quest'isola ci ha preso in ostaggio! I giorni e le notti passano rapide e noi ci siamo integrati velocemente. Abbiamo deciso di prolungare la nostra permanenza di un mese, visto che il posto è favoloso... e il lavoro ci paga da dormire e mangiare.

Il "locale" dove lavoriamo consiste di tavolini e tappetini sulla spiaggia. La gente si rilassa bevendo e fumando narghilè... o semplicemente collassano abbandonati alla musica. La sera ci sono fire-show o spettacoli casuali. A tarda notte alziamo la musica e parte la pista da ballo. Si scatena il delirio finché la gente non sviene. E poi si ricomincia. Magari un po' ripetitivo, ma non mi viene in mente un lavoro che non lo sia. Almeno qua i ritmi sono lentissimi, possiamo fare più o meno quello che ci pare, non c'è neanche il servizio al tavolo; ogni tanto andiamo ad accendere le torce o a togliere un paio di bicchieri, ma per il resto si tratta solo di godersi l'atmosfera, deridere i casi umani che barcollano verso il bar, chiacchierare con i clienti etc etc

Già il quarto giorno ci hanno dato un aumento e lasciato la gestione del bar. Io mi occupo dei tavoli e Lapo del bancone. Il nostro obiettivo è naturalmente conquistare l'isola, diventare ricchi e salpare come pirati. Se ne riparla tra un mese.

7 luglio 2014

Cervelli in fuga

I nostri ripetuti tentativi di prolungare il visto di Lapo sono ripetutamente falliti, e i nostri pellegrinaggi alla ricerca di una frontiera più disponibile si sono conclusi con l'impossibilità di rientrare in Thailandia. Tuttavia adesso disponiamo di tre mesi di Malesia che ci permettono di prenderci la vita con calma. Così tanta calma che abbiamo abolito il treno e ci siamo spostati solo in autostop, accumulando una dozzina di passaggi in due giorni.



Abbiamo sfruttato la tenda di Lapo per accamparci nella giungla, dove ci è stato detto di "fare attenzione agli elefanti". Niente elefanti... ma scimmie moleste a decine, insetti giganti ed un'umidità appiccicosa hanno reso la nostra breve permanenza nella foresta particolarmente sgradevole, almeno per me. Lapo invece, ormai navigato campeggiatore, si è trasformato in un allegro boyscout prendendosi cura di cena, tenda, e preparando un'area relax con foglie giganti. Se fossi stato da solo probabilmente sarei morto, quindi la sua compagnia continua a rivelarsi preziosa, come la sua propensione verso le lingue straniere che ci ha permesso di evitare il linguaggio dei segni ed intavolare invece delle piacevoli conversazioni con le numerose persone che ci hanno aiutato.

Cinquecento km dopo, siamo arrivati sulle Isole Perenthian, paradiso tropicale dalle spiagge bianche e acque cristalline. Ci siamo sistemati in un bungalow sulla spiaggia e ci siamo goduti un meritatissimo bagno dopo giorni di fame, sabbia e sudore. Il tempo è perfetto, se si escludono fugaci cicloni notturni che conciliano il sonno, rinfrescando l'aria e non causando eccessivi disagi.

Adesso siamo alla ricerca di un corso di immersione non eccessivamente costoso. Avendo già conseguito il PADI Open Water a Koh Tao qualche anno fa, adesso sono pronto per fare il corso avanzato... che mi dovrebbe permettere di esplorare relitti affondati, andare a maggiore profondità etc etc.. Ma stiamo rimandando pesci e coralli alla prossima settimana, visto che abbiamo trovato lavoro su un bar sulla spiaggia, la soluzione ideale per divertirsi, conoscere gente ed ammortizzare i costi, che naturalmente su un isola tendono a lievitare (il bungalow ci costa ben 4 euro a testa, che da queste parti non è proprio regalato...)

Il nostro beach bar!




Il lavoro consiste nel pulire la spiaggia, che per un ossessivo-compulsivo come me è l'ideale, servire ai tavoli ed in generale dare una mano... ma la maggior parte del tempo si tratta semplicemente di rilassarsi tra un bagno e l'altro bevendo birra e conversando con gente a caso.
Ancora non sappiamo cosa ci aspetta domani né quanto tempo staremo qua, ma i presupposti sono buoni, il posto è bellissimo e il tempo promette bene, quindi posticipiamo indefinitamente qualsiasi decisione e ci godiamo questo posto da sogno...!

1 luglio 2014

Rotolando verso sud...


Approfitto del treno notturno Bangkok-Chumpon per scrivere un po'. Ho avuto poche occasioni per aggiornare il blog... passo troppo tempo a mangiare, vagare e ridere delle disavventure di Lapo: che smarrisce il cellulare, che si si perde tra le stoffe da spedire alla famiglia. che si divincola tra la burocrazia locale per rinnovare il passaporto.


Le giornate passano rapide... e non trovo troppo tempo per stare al computer. Tra scarafaggi giganti, docce fredde e cazzeggio generalizzato è già passata una settimana da quando sono partito. A Firenze pensavo di avere nostalgia solo delle cose belle... ma ho invece riscoperto il piacere della disavventura, l'odore di muffa delle stanze di infima categoria, l'abitudine a fare la doccia vestito per lavare le magliette, il disagio di conversazioni stentate con gente assurda. L'ostello, presto ribattezzato "il buco", era di quelli di classe, con immigrati clandestini, simpatiche famiglie di gechi appese alle pareti, letti sfondati etc... i nostri compagni di stanza erano rispettivamente: un malato terminale russo, un cinese in cerca di fortuna, un argentino cinquantenne particolarmente inquietante. Insomma, un ambiente allegro ed accogliente. È bello vivere così: districarsi dalle truffe dei tassisti, scappare dai cani randagi... tutti questi elementi contribuiscono a dipingere l'affresco esistenziale quotidiano del backpacker, vita che non sapevo mi mancasse così tanto finché non mi ci sono rituffato.

Forte delle esperienze passate, voglio solo godermi questa nuova avventura, senza cercare di dare un senso alle giornate per forza. Mi basta stare bene, fare qualche video, conoscere gente, imparare cose nuove... insomma il solito, ma con meno ansia da prestazione. Poichè tra poche ore ci aspetta una giornata di autostop per un'improvvisata visa run e (probabili) bestemmie nel mezzo del niente adesso dormo un paio di ore.
(...)
L'eventualità bestemmie si è rivelata esatta. Il nostro tentativo di ingresso in Birmania è stato osteggiato da una legge fresca fresca che ci ha impedito di attraversare il confine, alimentando le imprecazioni contro le autorità e il destino beffardo. Ma non abbiamo perso tempo: queste ore sono state così intense da sembrare settimane: interminabili camminate all'alba, autostop, piogge torrenziali impreviste e rapidissime, litigi con poliziotti, incidenti mortali ai lati della strada, tutto nell'arco di una mattinata.

Il permesso di soggiorno di Lapo scade domani quindi, fiduciosi, rivediamo i nostri piani e tentiamo di fare un salto in Malesia, macinando qualche migliaio di km in due giorni, alternando sidecar traballanti a pickup scassati, vaghiamo a piedi, saltiamo su improbabili bus colorati. Stiamo accumulando un po' di sonno arretrato e puzziamo di capra, ma per adesso sopravviviamo.


Con un pò di fortuna il prossimo post sarà scritto all'ombra di una palma su una spiaggia bianca. O forse di fronte ad un tramonto suggestivo su una risaia sperduta. O su un traghetto diretto verso l'ignoto. Ancora non sappiamo se ce la faremo, ma se la fortuna aiuta gli audaci, ne usciremo in qualche modo vivi.

Disclaimer

Ci tengo a precisare che, nonostante le mie manie di protagonismo e il mio ego sproporzionato, il fine ultimo di questo blog è semplicemente quello di mantenere una cronologia delle mie avventure per futura referenza personale. Ciò non mi vieta di condividere con il resto del mondo le mie inutili divagazioni, ma riconosco che i miei viaggi destino il più assoluto disinteresse nell'opinione pubblica. Ogni riferimento a persone e cose è volutamente esagerato e senza alcuna prova che sia mai accaduto.