13 gennaio 2012

Fane in missione




Che spettacolo!
Mentre navigo in mezzo alla foresta penso a Rambo. Lui mica si lamenta se va in giro con un sacco ruvido come vestito e se brilla di sudore appiccicoso. Allontano l'improbabile desiderio di una doccia calda e mi godo l'esperienza. Il mio ospite è un dottore della jungla, e stiamo risalendo il fiume fermandoci nei villaggi sperduti ad offrire cure mediche ai disperati. Fortunatamente ha smesso di piovere ma le conseguenze delle frequenti inondazioni si palesano nella devastazione fangosa che mi circonda. Naturalmente sono egoisticamente MOLTO più preoccupato per le mie scarpe e jeans... ormai inglobati da un bolo informe di melassa terrosa che mantiene i miei piedi in una costante, spiacevolissima, umidità. La saggia alternativa sono sandali e pantaloni corti, soluzione che continuo ad evitare a causa di zanzare, sanguisughe, serpenti e chiodi arrugginiti. Ma immagino dovrò cambiare le mie abitudini presto... se devo continuare a camminare nell'acqua a livello ginocchio. QUANDO, nella storia dell'uomo, il pavimento è diventato un bene di prima necessità?!? Uff... del resto ormai mi sono abituato a lavare via il fango direttamente nei torrenti... tanto sono sempre bagnato fradicio di pioggia, di sudore, di alta marea, di inondazioni...

"Il disagio è solo nella tua mente" mi ripeto. Incredibilmente è vero: il mondo intero vive in queste condizioni da sempre... non conoscendo l'alternativa ha poco da lamentarsi... il dottore stesso si lava vestito, con la sistola. Mah. Mentre aiuto nelle operazioni di scarico dei medicinali mi rendo conto che QUESTO è ciò di cui la gente parla quando cerca "l'avventura". Niente pontile: solo FANGO. Il fiume con gli alligatori. Le case di legno marcio. La gente che NON parla inglese. Niente internet. Le formiche carnivore giganti. Posso tornare alla civiltà quando voglio, ma qualche giorno in compagnia di miliardi di zanzare mi serviranno ad apprezzare di più i letti morbidi e i vestiti puliti.

Non ho parole per descrivere quello che sto vivendo. SICURAMENTE qua i turisti non vengono... infatti ci sono solo io. Siamo andati a fare una scampagnata e ci siamo portati dietro il fucile perchè "non si sa mai". Qualche villaggio si trova su isole sparse, quindi affrontiamo il mare. Nell'oceano la nostra barchetta è stata accolta da un uragano e onde di cinque metri che hanno compromesso la nostra stabilità e vita. "Tutto normale". Mah. Sfioriamo gli scogli. Va bene. La pioggia ci schiaffeggia. Sono fradicio e basito. In una giornata ho finito tutti i miei cambi. Questa gente vive e dorme bagnata e non comprende la mia perplessità. Mi rendo conto di quanto il MIO stile di vita sia limitante. Essere pulito, in effetti, comporta uno sforzo costante... ed è inutile (qui). Come in India. Se tutti puzzano, la mia insistenza nel NON puzzare è solo controproducente, una perdita di tempo frustrante. E io mi adatto... o me ne vado!
(...)
Stanotte dormiamo in "ospedale". Siamo bloccati in questa baracca, sorpresi dall'acqua che avanza. Piove così forte che dobbiamo urlare per fare una conversazione. In effetti la foresta è un posto rumoroso... anche col bel tempo le voci sono coperte da qualsiasi tipo di richiamo, canto, fruscio... la notte è ancora peggio. Gufi (?), cicale (?)... ma SOPRATUTTO bestie sconosciute... un antifurto fa meno casino.


Passano le giornate... senza internet. Senza cellulare. Lo ammetto, mi sento diverso. Cerco di evitare per quanto possibile la retorica, i luoghi comuni ma... sinceramente, si vive meglio. Uffa! Maledizione, come conciliare il mio desiderio di connessione con questa sconosciuta pace?!? Immagino un compromesso sia possibile, ma asseconderò questo periodo di tranquillità per fini didattici: NON mi manca troppo internet, e cerco di capire PERCHE'...! Intanto approfitto di questa parentesi e aggiorno il blog: wifi nella jungla! Oh yea!

Disclaimer

Ci tengo a precisare che, nonostante le mie manie di protagonismo e il mio ego sproporzionato, il fine ultimo di questo blog è semplicemente quello di mantenere una cronologia delle mie avventure per futura referenza personale. Ciò non mi vieta di condividere con il resto del mondo le mie inutili divagazioni, ma riconosco che i miei viaggi destino il più assoluto disinteresse nell'opinione pubblica. Ogni riferimento a persone e cose è volutamente esagerato e senza alcuna prova che sia mai accaduto.